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Affitti Brevi: Un Declino Inevitabile?

Negli ultimi mesi, il settore degli affitti brevi ha subito un evidente rallentamento. Sui gruppi social dedicati agli host di piattaforme come Airbnb e Booking si moltiplicano le segnalazioni di un calo delle prenotazioni, margini di guadagno ridotti e una crescente pressione burocratica. A soffrire maggiormente di questa situazione sono le città d’arte, come Napoli e Firenze, dove gli operatori lamentano una drastica diminuzione delle richieste fuori stagione.

Fine di un’epoca o semplice flessione stagionale?

Secondo il centro studi del Gruppo Tecnocasa, si sta registrando un graduale ritorno agli affitti a lungo termine, con una crescente preferenza per il canone concordato. Sebbene l’incremento sia ancora contenuto – dal 30,1% al 30,3% nella prima metà del 2024 – la tendenza sembra destinata a consolidarsi. Un sondaggio condotto da Wikicasa e DokiCasa evidenzia che oltre il 70% dei proprietari sarebbe pronto a riconvertire le proprie locazioni turistiche in contratti a lungo termine.

Un confronto tra città: Roma, Milano e Napoli

  • Roma: il canone concordato domina il mercato con il 65% dei contratti stipulati secondo questa formula. L’imminente Giubileo mantiene alta la domanda, ma molti proprietari stanno comunque rivalutando il lungo termine.
  • Napoli: segue una tendenza simile, con il 47,8% delle locazioni che rientrano nella categoria del canone concordato.
  • Milano: qui gli affitti brevi resistono ancora, ma il contratto transitorio sta guadagnando terreno. Nel 2023, il Comune ha introdotto incentivi per il canone concordato, con un incremento del 118% in due anni, passando da 1.922 a 4.200 locazioni.

Impatti sul mercato e sull’andamento dei prezzi

La riduzione degli alloggi disponibili su Airbnb ha determinato un aumento delle tariffe: rispetto al 2023, il costo medio per notte è passato da 164 a 174 euro. Tuttavia, il calo delle prenotazioni e l’aumento dei costi di gestione stanno spingendo molti proprietari a rivedere la propria strategia. A Milano, ad esempio, il numero di case destinate agli affitti brevi è diminuito del 9,3% in un solo anno, con oltre 2.300 annunci in meno sulla piattaforma. Un fenomeno che potrebbe presto replicarsi in altre città, soprattutto con l’inasprimento delle normative e delle restrizioni amministrative.

Il contratto transitorio: una soluzione di compromesso?

Secondo Tecnocasa, il contratto transitorio sta diventando un’alternativa sempre più diffusa, con una crescita dal 25,4% al 26,2%. Questa formula rappresenta un’opzione flessibile e meno vincolante rispetto al canone concordato, riducendo il rischio di morosità. A Roma e Milano, i canoni transitori sono aumentati rispettivamente del 24,8% e del 17% nell’ultimo anno.

Un impegno per la tutela del territorio

L’APPC (Associazione Piccoli Proprietari Case) di Belluno e Treviso si impegna a promuovere una gestione sostenibile delle locazioni, favorendo soluzioni che garantiscano stabilità abitativa e tutela per le famiglie e i lavoratori. Nel rispetto dei recenti Accordi territoriali, l’associazione sostiene con convinzione le locazioni a lungo termine, contrastando il rischio di desertificazione urbana e rafforzando il tessuto sociale locale. A conferma di questo impegno, è stato recentemente sottoscritto un accordo con gli agenti immobiliari di Remax del territorio per incentivare la riconversione degli affitti brevi in soluzioni più stabili.

Verso un nuovo equilibrio del mercato immobiliare

Il sogno degli affitti brevi, un tempo sinonimo di guadagni facili, sembra perdere smalto. Con un mercato sempre più regolamentato e meno redditizio, le locazioni tradizionali stanno tornando protagoniste, offrendo maggiore stabilità e certezze economiche. Se la tendenza proseguirà, potremmo trovarci di fronte a una trasformazione significativa del settore immobiliare italiano.


Michele Sacchet – Presidente APPC Belluno e Treviso

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